La notizia di qualche giorno fa è che il Coronavirus è stato individuato in un gelato prodotto nella Cina orientale e ritirato dal mercato.
Il problema dei virus che possono rimanere congelati a basse temperature e si possono poi ‘risvegliare’ era già stato paventato alcuni mesi fa da alcuni criobiologi (studiosi del funzionamento dell’organismo a basse temperature) e su importanti riviste scientifiche.
“In questo caso il virus e’ rimasto congelato nel gelato a causa della temperatura fredda ed e’ stato probabilmente trasferito da una persona che aveva la malattia e che ha concorso alla produzione” commenta intervistato dalla Agenzia DIRE il biologo Lodovico Parmegiani.
“L’allarme lanciato dai criobiologi a tutti gli operatori che lavorano a basse temperature ed in particolare con l’azoto liquido- prosegue Parmegiani- è gia’ stato raccolto non solo in ambito alimentare, ma anche nel settore della fecondazione in vitro umana, dove i laboratori crioconservano gameti ed embrioni proprio utilizzando l’azoto liquido, la sostanza in cui si possono annidare virus e batteri. Molti autori stanno amplificando l’allarme e raccomandando di sterilizzare l’azoto liquido prima dell’uso”.
Parmegiani è stato fra i primi a lanciare in Italia l’allarme sulla possibilità di contaminazione legata alla persistenza del Covid-19 virus congelato (o meglio vitrificato) a basse temperature, insieme al prof. Gabor Vajta, australiano pioniere della criobiologia.
Fonte: https://agc-greencom.it/2021/01/19/covidcontaminazione-cibi-basse-temperature-ne-parla-lesperto/